Creating and Making for a better world

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Creare e Costruire per un mondo migliore

Tuesday, September 18, 2012

Arbitrio: libero, indeterministico o caotico

Negli scritti precedenti ci siamo dati ambiziosi traguardi cercando di identificare i principi universali umani in base a cui decidere il corso migliore delle nostre azioni.
Ma abbiamo cautamente anticipato la questione sull'esistenza di tali principi ed ora dobbiamo aggiungere la domanda: quando anche credessimo di sapere in che modo decidere, potremmo farlo davvero ?
Cioe` dobbiamo sgombrare il percorso dall'annosa Questione del Libero Arbitrio, argomento su cui si sono espressi generazioni di pensatori, profeti, santi, dei, figlioli, famigli e semidei nei passati millenni e con cui si trastullano ancora vari filosofi odierni.
Chiunque sano di mente ammettera` che una decisione seria viene presa in funzione di qualche ragionamento, in base ad una analisi della situazione e utilizzando criteri di giudizio. Cio` comprende anche le decisioni che vengono prese d'intuito, solamente con la variante che l'intuito fa tali ragionamenti in modo nascosto, ma giocoforza li deve fare in qualche angolo della mente (e diciamo mente includendo anche eventuali sue estensioni metafisiche, addirittura comprendendo l'anima qualora esistesse). Infatti l'unica alternativa al ragionamento sarebbe una decisione casuale, altrettanto lecita e probabilmente molto piu` comune di quella ragionata, ma certamente non degna di essere considerata come prova del nostro arbitrio dato che verrebbe lasciata ai capricci del caso e non al potere della nostra volonta`.
Quindi, delle due opzioni, la decisione ragionata e quella casuale, consideriamo solamente la prima come possibile prova della liberta` di decidere perche` la seconda non conta.
Ogni ragionamento puo` essere espresso in qualche forma di algoritmo, con dei parametri che lo caratterizzano rispetto ad altri (come ad esempio il peso che si da a certe circostanze piuttosto che ad altre) e delle variabili di ingresso che sono le circostanze in base a cui la decisione viene presa.
Ecco che il ragionamento diventa un meccanismo ed ognuno di noi potrebbe benissimo utilizzare  meccanismi di ragionamento diversi, dopotutto sono proprio questi che ci distinguono come individui. Ma allora la decisione non e` libera opera nostra dipendendo invece da un ragionamento che chiunque, disponendo di uguali parametri e uguali circostanze, potrebbe prendere in modo identico. Cioe`, se la decisione viene presa in base ad un ragionamento, quale che esso sia, non e` libera.
Rimane la possibilita` di trovare la liberta` della nostra decisione nell'unicita` dei parametri di ragionamento che ci caratterizzano, ma anche questi, sono determinati da altri ragionamenti o da altri eventi casuali precedenti. Si puo` procedere a ritroso all'inifinito senza mai trovare nessuna altra causa per le nostre decisioni eccetto i ragionamenti o l'evento casuale. Nulla di libero e` lasciato a noi stessi. Ed evitiamo di entrare nel labirinto che si aprirebbe chiedendoci dunque dove sta` l'essenza di questo essere "noi stessi", se non possiamo decidere nulla.
Tanto per sgombrare ogni dubbio, coloro che credono al libero arbitrio, sono semplicemente quelli che interrompono tale ricerca a ritroso delle cause delle loro decisioni in un punto misterioso che identificano con se stessi, una scatola nera da cui la decisione esce per magia. Ma se solo cercassero di aprire quella scatola troverebbero un'altra infinita catena di ragionamenti ed avvenimenti casuali. Cioe` non troverebbero alcuna liberta` nel loro cosiddetto arbitrio.
Ma allora, siamo disperatamente incapaci di modificare il nostro corso d'azione ?
Probabilmente no, il problema e` che non lo possiamo definire con certezza.
Chi si prendesse la briga di comprendere la dinamica del caos ed i comportamenti caotici, che caratterizzano la stragrande maggioranza dei fenomeni naturali (compresi palesemente il tempo atmosferico e l'altrettanto balordo comportamento di politici e ciarlatani vari), saprebbe che le stesse condizioni iniziali possono, a causa di una variazione microscopica, portare a risultati completamente opposti o enormemente diversi.
Ma da dove puo` venire tale variazione microscopica se non dall'aspetto indeterministico della natura identificato dalla Fisica  Quantistica del secolo scorso e confermato da esperimenti su cui si basano anche dispositivi che usiamo ogni giorno? A chi avesse letto anche il piu` semplice libretto divulgativo al proposito sarebbe chiaro che a causa dell'indeterminatezza quantistica, il povero gatto di Schroedinger non e` ne vivo ne morto fino a che non decidiamo di guardare come sta. E` l'atto stesso dell'osservazione che materializza uno dei due stati di esistenza del povero animale, e lo fa in modo indeterminato.
A livello macroscopico le cose appaiono piu` semplici fintanto che il caos non ci mette mano solamente a causa della somma di un infinito numero di eventi , ma l'essenza del problema rimane identica producendo risultati spesso inaspettati.
Cioe` la nostra analisi e` quella che produce la decisione ma non abbiamo potere completo e definitivo su quale sara` la decisione stessa. E  anche se non procediamo noi stessi in tale analisi, saranno le domande ed i risultati di infiniti altrui ragionamenti ed infinite altre interazioni microscopiche nella materia inorganica (tanto per non chiamarla "inanimata" scatenando un putiferio logico) a condizionare la realta` che tanto ci cruccia.
Ecco perche` e` fondamentale cercare di identificare i principi di cui si parlava all'inizio. Non come se avessimo il potere di creare tali principi con le nostre decisioni, ma perche` il semplice atto di analizzarli li rendera` evidenti. Trattandosi di principi che riguardano una moltitudine di esseri ed eventi ad essi correlati l'effetto statistico mediera` le oscillazioni caotiche dandoci la speranza di trovare quei principi che veramente sono unici, stabili ed universali.






Wednesday, September 12, 2012

Shiny stockings


Some people make things, the rest of us use them and sometimes we like them without knowing why. We may like their shape so much that we call it art and other people try to rationalize this process and write a lot about those things that we call art. We like some shapes thanks to the genetically accumulated and cultural information available to its fast processing functions that are necessary to shortcut decisions in our daily life in the jungles, savannas, workshops, financial districts or pubs.
So we know that an aerodynamic shape can move faster through the media that are common in our life: air and water; so we like vehicles that can suggest such fast moving features by showing off streamlined shapes and muscles. And we know that round hips and breast give more chances of successful childbirth so we have learnt to admire women that show them off.
We know that the largest and loudest animal or man has more chances to succeed in life by impressing his adversaries so we like to ride loud and big vehicles to compensate our inferiority complexes.
We have learnt to see how the structures bend under loads and we have associated such distortions with the strength of the buildings up to the point that we intentionally create buildings that seems already distorted by design to suggest the solidity of them. And we know that a smooth and shiny shape is related to a material that doesn’t rust and last longer, so we like metallic, silver or gold colored objects and i-pads, phones, etc... 
The brain mixes all such knowledge and confuses them especially in our modern life when the need for all such features is not essential anymore, but since the decisional shortcuts are still there we still cover ourselves with jewellery, buy big, noisy and large cars, dream of busty women and prefer shiny objects without sharp edges (except diamonds, perhaps beacuse they can not be cut roundish). Depending on how well those objects satisfy our brain superficial appreciation we may call it art and if we study it we may build complex theories of symbols to argue which one has more value, gives more significance and satisfaction to its owner, user or admiring public. 
In all this process we forget the function of things, we forget the cost of making or procuring them and we are fooled by the ones who manipulate the information and create the market in which we are forced to survive. 
Finally we end up our life in the idolatry of useless objects that satisfies the superficial ancestral and already useless shortcuts in our brain. How better would be the world if all of us understood functions better than surfaces? But for that we need deeper knowledge, and education which are not given to everyone, so that we can still keep the majority of us in the need of those shiny stockings for the hope of a better life.

http://www.youtube.com/watch?v=KSszliF8TO8

Saturday, September 1, 2012

Principi Umani Universali

Vorremmo individuare i princpi fondamentali che permettano di descrivere e regolare correttamente la vita umana.

Vorremmo che tali principi siano individuati usando la logica, intrinsecamente e coerentemente con le leggi fisiche che regolano l'ambiente in cui l'uomo vive ed in cui interagisce, ambiente che si estende oggi oltre l'orbita di Plutone dove le nostre sonde si stanno gia` avventurando. Vorremmo che tali principi non contengano nessun postulato arbitrario, dettato dall'insicurezza, dall'ignoranza e dall'ansia causata da domande che non hanno risposta e, che opportunamente mal poste, sono servite nei millenni e servono tuttora a manipolare i popoli attraverso le debolezze umane.
Non dubitiamo che tali principi esistano ma ci chiediamo se essi possano essere unici, o possano venir ricondotti ad un singolo gruppo o meglio ancora ad un unico principio mediante la logica ed il ragionamento e non mediante la distruzione di chiunque sia in disaccordo come e` stato purtroppo fatto finora.
Vorremmo che tali principi siano unici, sufficienti e coerenti, completi e non ridondanti, cioe` siano espressi nel minimo numero necessario, e nel modo piu` semplice possibile.
Vorremmo usare tali principi per decidere in quale direzione debba andare l'umanita` partendo dal singolo individuo in armonia con tutto cio` che lo circonda.
Anche se tali principi appariranno irrealizzabili o utopistici ai piu`, vorremmo cominciare ad applicarli nelle piccole decisioni di ogni giorno, come tracciando il percorso in una fitta giungla a colpi di machete per arrivare ad una meta che forse noi non vedremo mai ma che chi ci seguira` potra forse raggiungere se noi inizieremo nella direzione giusta. In nome di tali principi dovremo fare scelte difficili e rinuncie amare, ma ne saremo capaci con naturalezza avendoli scelti intrinsecamente secondo la nostra vera natura e pensando all'importanza del risultato finale.
Vorremmo inizialmente costruire piccoli gruppi e comunita` guidate da tali principi e capaci di dare l'esempio per gli altri. Siamo certi che se tali principi saranno veramente intrinseci nella natura umana ed in coerente armonia con l'ambiente nella sua espressione piu` ampia e completa essi non potranno venir distrutti dalle inevitabili difficolta` che troveremo lungo la via ed infine trionferanno per il corretto progredire Universale dell'Umanita`.