Creating and Making for a better world

Creating and Making for a better world
Creare e Costruire per un mondo migliore

Friday, March 16, 2012

Il Tecnico

Il tecnico e` un intermediario tra un problema ed una soluzione ed agisce svolgendo delle funzioni per ottenere il risultato richiesto dal suo cliente. Egli non si chiede se tale soluzione sia buona o cattiva per gli altri, un tale giudizio e` al di fuori delle sue competenze ed interessi.

Ad esempio il bravo ingegnere progetta e costruisce un motore efficiente, il bravo idraulico stura il cesso velocemente, il bravo calzolaio incolla la suola per bene e similmente fanno l'elettricista, il meccanico, eccetera..., su di loro non si discute, l'etica non entra in gioco e si puo` solamente giudicare se abbiano applicato adeguatamente le formule della fisica e dell'ingegneria. In funzione del risultato ottenuto verranno pagati una adeguata parcella.

Ci sono stati e putroppo ci sono ancora svariati tecnici attivi in altre discipline, perlomeno discutibili, come gli scienziati che svilupparono la bomba atomica, gli ingegneri che costruiscono missili, carri armati e forni crematori. Le coscienze moderne dovrebbero essere ormai abbastanza mature a riconoscere e giudicarne l'operato, certamente perlomeno complice di atti criminali.

Purtoppo invece non siamo ancora maturi abbastanza da capire a fondo il lavoro di altri personaggi che si definiscono tecnici anche se non usano ne scienza ne tecnologia. Parliamo ovviamente degli economisti che si applicano alla finanza globale. Come ben si sa, non ci sono formule esatte nell'economia, ma solamente modelli adattati alla bisogna di chi li usa. A partire dalla solita tiritera sulla "legge del mercato" e suoi corollari fino ai modelli da premio nobel come il Klein-Monti (la montagnetta?) per le banche monopolistiche e senza costi (quasi come quelle italiane protette dal governo) non ci sono formule che descrivono il comportamento di milionate di milioni di individui, specialmente nel mondo complesso di oggi. Certamente si puo` usare la statistica, si possono studiare le tendenze, arrischiarsi a fare previsioni, ma alla fine chiunque si inventi una formula, anche la piu` sofisticata e complessa, condita addirittura alle derivate parziali per confonderti di piu` le idee (suonare Bennato in sottofondo...) lo fa in realta` a suo rischio e pericolo. I metodi usati dagli economisti, compresi quelli capitati alla guida di interi paesi, sono quindi poco piu` che alchimie di parziale e momentaneo successo. Ma naturalmente, entro ipotesi molto limitate, tali metodi possono produrre risultati abbastanza prevedibili, specialmente a brevissimo termine.

E invece se tutti si accorgono che gli economisti hanno veramente sbagliato i conti? Niente paura, lo stato tassa i cittadini (quelli piu` numerosi ovviamente), e ripristina le condizioni semplicistiche che consentono agli economisti di continuare i loro giochetti (cioe` azzera i costi delle banche e le rimette in monopolio).

Cio succede ad esempio quando chi li ha messi al potere lo ha fatto in cambio della certezza di vedersi consegnate le chiavi delle casse di quel paese senza che la sua popolazione possa fiatare. Il risultato e` garantito dalla confusione artificialmente creata in precedenza e dall'emergenza del momento che i politici non possono risolvere nella loro totale ignoranza di qualunque formula o scienza e dal degrado del processo decisionale democratico da cui la popolazione viene abilmente esclusa grazie alla disinformazione abilmente fornita dai media.

Ed ecco che il tecnico, assoldato dai finanzieri globali, viene piazzato alla guida di un paese apparentemente per risolvere il problema momentaneo della finanza mondiale, strozza il paese con precisione e rapidita` consegnando il bottino al suo vero padrone ed ovviamente intascando la dovuta e meritata parcella.

Cosa debba considerarsi un crimine contro l'umanita` dipende dalle epoche storiche, i tecnici di ieri radevano al suolo culture millenarie con genocidi e pirateria autorizzati dai loro re ed imperatori, ma quelli che oggi si proclamano tecnici al governo non fanno molta differenza.

Anche se i metodi sono cambiati ed i risultati possono sembrare diversi dato che per annichilare le culture non occorre lo sterminio di massa la realta` e` sempre la stessa dato che i mezzi d’informazione, abilmente pilotati, tolgono alla stragrande maggioranza della gente ogni reale capacita` decisionale propinando sempre gli stessi messaggi di violenza, consumo e superficialita`. E la popolazione rimane preda degli interessi di quei pochi che la manovrano per mezzo degli pseudo tecnici al potere e che ne sfruttano la capacita` produttiva per il proprio profitto.


La soluzione e` piuttosto ovvia, basterebbe rivalutare la figura del tecnico affidandogli dei compiti che vadano veramente nell’interesse del popolo. Il tecnico sarebbe quello a cui affidare analisi imparziali della situazione capaci di studiare tutti gli aspetti del problema sociale. Il tecnico poi si spingerebbe a proporre una rosa di soluzioni contenente tutte le possibili varianti spiegate in modo semplice di fronte alla gente comune. A questo punto la scelta fatta in modo veramente democratico da una popolazione correttamente e completamente informata potrebbe venir finalmente attuata e verificata sempre dal tecnico, a questo punto capace di ottenere un risultato condiviso e nell’interesse veramente globale.

La parte apparentemente utopistica della soluzione e` nel riuscire ad evitare il controllo dell’informazione da parte di minoranze facenti i propri interessi di potere e non quelli veramente globali di tutti, ambiente compreso. Ma anche questa e` una specifica tecnica, basterebbe concentrarsi con precisione sulla sua esecuzione ponendo in condizione di non nuocere chiunque abbia interessi contrari alla qualita` della vita, di tutta la vita, nessun essere vivente escluso. Un compito da veri tecnici.

Saturday, January 14, 2012

The Affluent Society - La societa` opulenta

Il saggio sulla societa opulenta di J.K.Galbraith, professore di economia ad Harvard, possiede ancora contenuti molto attuali pur essendo stato scritto oltre 50 anni fa. Credo che cio`derivi principalmente dal fatto che i problemi della societa` moderna, essenzialmente di carattere economico, sono radicati in scelte avvenute molto piu` indietro nel tempo con la nascita del capitalismo e quindi Galbraith ha potuto studiare ed analizzare oltre un secolo di storia creando per noi un quadro dinamico che si e` ben proiettato avanti rispetto al suo stesso futuro, arrivando con precisione nel presente in cui viviamo.
Il libro si pone l'obiettivo di analizzare i benefici, i difetti le contraddizioni della societa` in cui il possesso di oggetti superflui e` diventata una necessita`.
Se nessuno, come inizia a scrivere l'autore, puo` negare i vantaggi pratici del benessere, al tempo stesso molti saranno concordi sul fatto che i poveri hanno una visione molto piu` chiara dei loro obiettivi, mentre i ricchi sono costantemente alla ricerca di come spendere le proprie fortune raggiungendo spesso livelli di lusso assurdo che li rende ridicoli.(1,I)
Nello sviluppare una breve storia delle idee economiche, il libro ricorda un fondamentale passaggio di Ricardo che colloca la giusta paga del lavoratore in quella somma che consente di perpetuarne la razza senza aumentarne o dimunuirne il numero, trasferendo il concetto di servo della gleba in quello della razza del lavoratore, certamente distinta da quelle del proprietario, governatore, prete o militare. (3,IV)
Passando poi all'osservazione degli Stati Uniti, si ricorda un'altro passaggio di Ricardo in cui il destino del lavoratore rispetto al proprietario d'immobili e` segnato dal fatto che con l'aumento della produttivita` del lavoratore e dei capitali gli affitti crescono piu` rapidamente non lasciando nessuna speranza al lavoratore di raggiungere il benessere che invece aumenta costantemente per il proprietario edilizio. (5,II)
Similmente il capitolo sul pensiero Marxista ci ricorda che il lavoratore e` mantenuto in condizione di non poter scegliere il suo futuro dall'equilibrio dell'impiego e della disoccupazione, garantendo che ci sia sempre un minimo di disoccupati pronti a prendere il posto di eventuali lavoratori scontenti. In tal modo l'accumulo del capitale produce l'alienazione dell'uomo mutilandolo in frammenti che diventano appendici del meccanismo produttivo. (6,II)
Il libro passa poi a descrivere gli equivoci della sicurezza economica tra cui val la pena di notare la falsa credenza che il capitano d'industria sia soggetto a rischi economici. Cosa infatti non vera grazie alla attenta pianificazione dei suoi compensi, specialmente con gli interventi statali per non far fallire l'economia che oggi vediamo purtroppo tutti i giorni. (8,II)
L'unica vera funzione dello spauracchio del rischio economico e` quella che viene propinata costantemente alla gente comune assieme al miraggio del profitto per far andare avanti la societa` del cosiddetto benessere. (8,V)
E finalmente Galbraith entra nel vivo della questione, ovvero se l'ossessione a produrre sempre di piu` sia necessaria e giusta. (9.I) E` qui particolarmente interessante leggere un economista che non loda ciecamente la produttivita` citando invece ben altri esempi di civilta`, quali il progresso scientifico, la salute e l'ambiente.
Si coglie molto bene l'ironia dell'autore nella descrizione delle teorie economiche che predicano l'urgenza di un mondo con piu` automobili, cibi esotici, vestiti ed intrattenimento invece che cibo per gli affamati e case per i senzatetto. (10.I) Tali teorie economiche vengono poi descritte in tutta la loro assurdita` nella necessita` di dover creare i bisogni stessi che giustificano la produzione. (11.II) Assurdita` che diventa palese nel descrivere il valore marginale nullo dei venditori e pubblicitari.(11.IV)
Nel discutere sulla necessita` a produrre, diventa chiaro come tale spinta abbia favorito o sia stata addirittura la ragione per la seconda guerra mondiale e la vittoria americana.(12.III)
Andando poi ad analizzare l'inflazione e` istruttiva l'affermazione di come in tempi di inflazione endemica sia piu` utile essere uno speculatore o una prostituta piuttosto che un insegnante.(14.III)
Altra affermazione attualissima e` quella sulla credenza che la politica monetaria sia prerogativa altamente professionale della comunita` finanziaria e che come tale vada protetta dalle pressioni della democrazia.(15.I) Sembra proprio che Galbraith avesse avuto la sfera di cristallo e stesse guardando ai tristi eventi dell'Italia del 2011.
Secondo Galbraith, infatti, la politica monetaria e` un'illusione, sarebbe addirittura meglio se il governo si affidasse alla stregoneria ! (15.II)
Passando allo studio del bilanciamento della societa` non vengono risparmiate nemmeno le citta` che il saggio descrive correttamente in tutta la loro miseria dove "le automobili che non possono nemmeno venir parcheggiate vengono prodotte a ritmi sempre crescenti"(17.I)
Infine si giunge a delle ipotesi per una transizione per superare la situazione in cui il lavoratore continua a sforzarsi in piccoli passi verso un traguardo assurdo perdendo di vista il perche` della sua vita.(19.I) Transizione volta soprattutto a rimediare alla poverta`mentre invece ci prodighiamo a creare sempre nuovi inutili accessori per le nostre automobili cercando di convincerci della loro necessita` ed utilita`.(21.I)
Infine si parla dei liberali americani che, contrariamente al nome che portano, sono complici dell'opposizione al miglioramento di scuole, ospedali e vari servizi sociali indispensabili alla transizione. (20.IV)
L'ultima nota la riserverei al paragrafo in cui si discute della riduzione degli orari di lavoro, decisamente un trend attuale ed una soluzione veramente interessante alla crisi odierna ! (23,I)
In conclusione e` stata una lettura abbastanza interessante, bella prosa, contenuti profondi ed analizzati molto razionalmente senza troppi preconcetti. Avrei preferito qualche numero di piu` e meno affermazioni qualitative in contorto linguaggio economico, ma mi sono adattato e, dove necessario, affrettato a finire i pochi paragrafi piu noiosi.

Wednesday, December 14, 2011

La paura del fare

L'essere umano nasce incapace di fare e riceve assistenza in tutti i suoi bisogni dai genitori. Pertanto la prima cosa che impara e` il chiedere, esprimendo i suoi bisogni per ottenerne la soddisfazione da parte di altre persone. A giudicare da come anche l'adulto rimane preda dell'incapacita` di fare da se, si puo` concludere che tale attitudine e` la piu` difficile da modificare e cosi` si continuano a sviluppare illimitatamente le doti che consentono lo sfruttamento altrui, quali la manipolazione verbale, lo scambio di favori, l'appropriazione del surplus prodotto da altri, la creazione di bisogni fasulli e tali da giustificare la propria esistenza di nullafacente e tutta una serie di lavori o pseudo lavori che non producono assolutamente nulla ma si limitano puramente al controllo e del lavoro fatto da altri.
Tale perverso meccanismo, cosi` enormemente diffuso nella societa`da venir considerato la norma, e` all'origine di tutte le inefficienze sociali e si identifica nell'atavica, congenita e inevitabile "paura del fare" aquisita in tenera eta` da tutti i bambini.
Infatti, se fossimo tutti avidi ed impavidi di fare, potremmo trarre le nostre soddisfazioni quotidiane dalla trasformazione di materia prima in prodotti per il nostro uso personale anziche` destreggiarci nell'uso piu` o meno pulito della lingua per ottenere il lavoro ed i prodotti altrui.
Fortunatamente, attraverso metodi educativi opportuni, alcuni di noi acquisiscono la capacita` ed il piacere del fare, usualmente assieme ad un minor interesse nella comunicazione verbale a scopo manipolativo.
Ma purtroppo, una gran parte di noi viene costretta al fare da parte del resto della societa` che ha maggiormente sviluppato le arti sociali manipolatorie.
Ovviamente il fare produce piacere intrinseco solamente se e` spontaneo e non quando risulta da costrizione. Cosi avviene che il fare diventa sinonimo di costrizione ed assume ulteriore connotazione negativa tra i piu` che vedono il non fare come un traguardo sociale da raggiungere.
Un'altro problema del fare origina dal rischio di sbagliare, infatti solo chi cerca di costruire, dovendo imparare, e` soggetto allo sbaglio. Gli altri, quelli che invece manipolano la produttivita` altrui non sono direttamente imputabili in caso di errore in quanto trovano sempre una circostanza esterna che li giustifica ed esclude, non ultimo l'errore fatto proprio da chi produce.
Tutto cio` comporta il degrado delle potenziali capacita` concretamente creative individuali e produce un impoverimento sociale, una superficializzazione dell'umanita` che diventa sempre piu` incapace di fare e sempre piu` individui vengono spinti dal sistema alla ricerca di metodi di sfruttamento altrui anziche di virtu` produttive e creative intrinseche.
Va da se che l'inattivita` creativa degrada anche la psiche inserendo l'umanita` in una spirale che la sta portando a velocita` esponenziale verso l'autodistruzione per incapacita` di produttivita` creativa individuale.

Saturday, December 3, 2011

La riduzione del peso sociale

La societa` umana sembra avanzare di questi tempi tra difficolta` sempre piu` pesanti.
Anche se in epoche passate si era sopravissuti a secoli di guerre, epidemie di peste, rivoluzioni culturali, guerre mondiali e genocidi, continuiamo a sentirci sull'orlo del baratro con l'aggravante che, trattandosi di una crisi globale, non c'e` nessun posto in cui cadere e nessun posto in cui rifugiarsi perche` stiamo distruggendo il nostro pianeta a cominciare da noi stessi.
Cio` che sta succedendo non puo` essere compreso appieno se non guardando all'insieme degli elementi coinvolti, che va ben al di la` delle finanze mondiali. C'e` molto di piu` in ballo.
Tale insieme va visto inoltre non solo come immagine istantanea della situazione odierna, che i governi mondiali riescono ad espadere al massimo su orizzonti temporali di pochi mesi, ma va osservato nella scala dei cambiamenti climatici, geologici e della biosfera, cioe` dalle decine di migliaia ai milioni di anni. Solo cosi` si potra` capire il vero costo delle nostre scelte di oggi, il vero peso della societa` umana odierna sul nostro pianeta.
Tale immagine richiede di riconoscere innanzitutto qual'e` l'origine della vita: il Sole.

E` dal sole che la vita viene alimentata da milioni di anni sotto forma di energia.
Tale energia arriva sulla Terra e si trasforma in molte varieta`, alcune delle quali vengono raccolte biologicamente dagli esseri viventi per tempi piu` o meno lunghi e poi, alla loro morte, vengono immagazzinate in strati geologici sotto forma di carbone, petrolio e gas naturali.
Tutti crediamo di sapere che il consumo di energia e` eccessivo, ma pochi hanno una chiara percezione del fatto che l'uso della loro automobile, frigorifero, condizionatore e la costruzione dei vari prodotti che consumiamo nella nostra breve vita hanno costi e tempi reali di produzione di varie migliaia d'anni in quella catena di trasformazioni naturali che li hanno creati a partire dall'energia fornita dal Sole.
Se all'inizio della rivoluzione industriale sembrava merviglioso di poter produrre e consumare illimitatamente, oggi la crescita demografica e l'ambizione di trasferire tali ritmi di consumo ad ogni essere umano hanno reso chiaro che le risorse accumulate durante le ere geologiche sono ben lontane dall'essere sufficienti.
Appare finalmente chiaro che il meccanismo di crescita globale illimitata, tanto caro agli economisti oggi al potere mondiale, sta entrando in crisi.
Si tratta di una crisi mascherata da trucchi finanziari e di potere, ma molto piu` profonda della banale crisi economica con cui veniamo rintronati quotidianamente, una crisi che coinvolge l'essenza vera del consumo cioe` l'energia disponibile.
Chi sta godendo dei benefici temporanei del consumismo cerca in tutte le maniere di correre ai ripari e non capisce che le sempre piu` frequenti crisi economiche non sono dovute alle incapacita` di questo o quel governo, ma alla soglia del cambiamento su cui ci stiamo affacciando. Una soglia intrinseca al sistema globale in cui siamo sempre vissuti; non quello meschino e microscopico dell'economia e finanza "globali", ma quello ben piu` potente ed insormontabile delle leggi fisiche, da sempre avulse agli economisti, che si applicano globalmente ed inesorabilmente al minuscolo pianeta che stiamo affollando e di cui stiamo sfruttando all'osso le riserve prodotte in centinaia di migliaia d'anni.
Cerchiamo allora di osservare piu` nel dettaglio questo meccanismo di crescita globale.
L'energia arriva dal Sole, si immagazzina nei combustibili fossili durante tempi lunghissimi e viene estratta e consumata in tempi brevissimi per la creazione di prodotti di consumo con il triplice scopo di soddisfare bisogni fasulli delle masse di popolazione, dare qualcosa da fare alle masse suddette e consentire ad una minoranza di pochissimi di godere dell'eccesso prodotto dalle masse stesse.
Lo spreco intrinseco in tale sistema poteva essere tollerato agli inizi della rivoluzione industriale quando i rapporti tra il tempo di accumulo ed uso dell'energia e quello tra i produttori e gli utenti dello spreco erano simili.
Purtroppo per il nostro pianeta, tali rapporti non sono piu` simili in quanto il numero di utenti del consumo sta incrementando esponenzialmente arrivando alla fine delle risorse accumulate.
Quali sono gli anelli della catena del consumo che si stanno inceppando ?
La crescita della popolazione e l'ambizione di tutti a raggiungere lo stesso stato di benessere, erroneamente identificato in un livello di consumo elevato e sempre crescente.

Come correggere tali errori ed evitare l'inceppamento delle catene, molto piu` importanti, che consentono la vita sul pianeta ?

Riducendo i consumi, riducendo la popolazione e migliorando l'efficienza nell'uso dell'energia.
Bisogna quindi andare verso una riduzione e non verso una crescita globale.
Questo e` il cambiamento che ci aspetta, che lo vogliamo o no.
Il punto e` se saremo capaci di effettuarlo in modo adeguato e, addirittura, in modo soddisfacente e piacevole, oppure se tale cambiamento ci arrivera` addosso in modo catastrofico ed incontrollato.

I giochini della finanza e dei governi che tengono cosi` occupate le masse sono purtroppo reazioni totalmente insufficienti, miopi ed inutili che ci distraggono dal vero obiettivo: la riduzione del peso sociale sul mondo attraverso la riduzione dei consum, una riduzione da effettuare possibilmente in modo pacifico e controllato.

Noi crediamo che tale cambiamento di rotta sia possibile, e spiegheremo come.

Friday, December 3, 2010

La matematica perversa dei compensi professionali

Di Yesie.L.Brama da Singapore
(tradotto con il permesso dell'autrice)

Un’altra notte d’insonnia mi ha portato a considerare un po’ di matematica, interessante ma piuttosto dolorosa nel realizzare il modo in cui funziona ed e` controllata la societa` odierna.
E qui e` la storia, basata sulla mia comprensione dei fatti (e le ipotesi dei calcoli che seguono sono di 8 ore al giorno, 5 giorni alla settimana e 4 settimane al mese [e... valuta in dollari di Singapore]):
- Collaboratrice domestica: lavora ogni giorno con seria fatica fisica ed attenzione (ad esempio per non bruciare i vestiti di sua maesta`, o per non lasciar cadere il bambino, o non rompere le porcellane preziose, ecc...), e, se fortunata abbastanza, la lavoratrice riceve una pacca sulla spalla, qualche premio, cibo in piu`, ecc... e se sfortunata, riceve critiche, abusi fisici, ecc... Questa professione riceve in media da 3.125$ a 6.25$ all’ora che ammontano da 500$ fino a 1000$ al mese.
-Ingegnere o scienziato [ricercatore]: spremendosi il cervello per capire formule, equazioni, teorie, ecc…. Eseguendo esperimenti possibilmente in modo corretto ed attento, garantendo la resa produttiva non cada sotto il 99% in ogni modo possibile, evitando ritardi sui progetti anche quando sembrano inevitabili, lavora fino a tardi. Tale professione riceve in media da 9.375$ a 62.5$ all’ora che ammontano da 1500$ fino a 10000$ al mese.
-Insegnante o professore: spremendosi il cervello su come insegnare bene, preparare valide domande d’esame, e spendendo considerevole energia nell’interazione con gli studenti. Questa professione probabilmente riceve in media da 25$ a 125 $ all’ora che ammontano a 4000$ fino a 20000$ al mese. Da notare che probabilmente non avrei dovuto confondere insegnanti e professori dato che credo sia piu` difficile essere un buon insegnante piuttosto che un professore, dati gli esempi che ho visto di professori che leccano il culo di professori di livello superiore, rubano pubblicazioni dagli studenti non facendo la ricerca loro stessi ma chiedendo ai vari sottoposti di lavorare duro per loro.-Negoziatore: spremendosi un po’ di cervello per analizzare qualche situazione, spremendosi molta saliva e spendendo abbastanza fatica a dare pacche sulle spalle dei clienti. Non avevo ancora conosciuto tale professione. Ciononostante ho appena saputo la loro retta professionale: da 800$ a 1000$ all’ora che totalizzano da 128.000$ a 160.000$ al mese.
La lista di cui sopra non e` certamente esaustiva, per ragioni che non mi sono familiari a sufficienza da descriverle, ma e` sufficiente ad illustrare l’immagine della societa` odierna e come noi umani trattiamo i nostri simili. Potrei essere parziale nella mia descrizione ma ho cercato di essere obiettiva.Mi chiedo innanzitutto come il mondo possa sopportare tali prezzi. Che sia il costo dell’istruzione a dettare il ritorno del suo investimento ? Dubito che un negoziatore rechieda una educazione molto elevata. Che sia la rarita` delle sue qualita` a dettare il suo valore ? O piuttosto la qualita` delle sue capacita` di leccare il culo definiscono il suo valore ?
Non avevo mai calcolato tali cifre fino a questa notte. E` stata una sorpresa ed illuminazione. Da 120.000$ a 160.000 $ al mese... che sia una tentazione sufficiente a cambiare professione ?... ma, ripeto, non mi va di spremere la mia saliva in tal modo – sarebbe sporco e disgustoso.PS: mi scuso se ho offeso la professione di qualcuno.

Thursday, November 25, 2010

Another fact of life in current society..

by Yesie L. BRAMA, our correspondent from Singapore
(reposted from Facebook: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10150339625990227&set=a.10150104900710227.393718.418957515226#!/notes/yesie-brama/another-fact-of-life-in-current-society/466016600821)

Another insomnia night brought me to think something mathematics, "amusing", and yet quite painful for realizing the way the present society works or is ruled..

Here is the story based on my understanding (and the mathematics assumption following the story will be 8 hrs/day, 5 days/week, 4 weeks/month):

- Domestic worker (aka maid, servant, pembantu - in bahasa): works every day with considerable strength and attention (e.g. not to burn their majesty's clothes, or not to drop the baby, or not to break the priceless porcelains, etc.), and if lucky enough, the worker gets a pat on shoulder, some bonus, more food, etc.. and if not lucky enough, the worker gets scolded, physically abused, etc. This profession gets in average: SGD3.125 to 6.25/hr that will mount to SGD500 to 1,000/month.

- Engineer/Scientist (aka tukang - in bahasa): squeezing their brain out to understand some formulas, equations, theories, etc, doing and ensuring the experiments run correctly and carefully, ensuring production yield does not fall to <99% with whatever ways, ensuring no backlog and when there's backlog, the team stays up working late. This profession gets in average: SGD9.375 to 62.5/hr that will mount to SGD1,500 to 10,000/month.

- Teacher/Professor (aka guru - in bahasa): squeezing their brain out to know how to teach well, to set good quiz/exam questions, spending considerable energy to deal with students. This profession probably gets in average: SGD25 to 125/hr that will mount to SGD4,000 to 20,000/month. Note: probably I shouldn't have combined teacher and professor, since I do believe it's more difficult practically to be a teacher than a professor. I have seen example of professor licking the buttocks of higher rank professor, stealing publications from the students, not doing the research themselves but to ask the minions to work hard.

- Negotiator (aka tukang jilat sana sini - in bahasa): squeezing a little bit of their brain out to analyze some situations, squeezing a lot of their saliva out, spending considerable strength to pat the clients on shoulder. I have never dealt with this profession before. Nevertheless I just got to know this profession rate: SGD800 to 1000/hr that will mount to SGD128,000 to 160,000/month.

The list above is certainly not exhaustive, for a reason that I'm not familiar enough to describe, but I guess it's enough to illustrate the picture of the current society, how we human beings treat each other. I might be biased in my description although I've tried enough to be objective.

I wonder, how in the first place this world could come up with such a rate? Is it the cost of education that dictates the payback? I doubt a negotiator requires very high education. Is it the rarity of the qualities that dictates certain value? Or is it the goodness of buttocks licking skills that dictates some moneys?

I had never really calculated the above math till tonight. It was certainly a surprise and a mind opening. 128,000 to 160,000/month... hhhmm... tempting enough to switch profession? hhmm... but again, I don't like squeezing my saliva out - it's messy, yucky, and disgusting.

ps: should have I offended somebody's profession, I sincerely apologize.

Friday, November 19, 2010

Incrementare gli Stimoli o Ridurre il Rumore ?

Molti di noi usano fare cose eccitanti e pericolose per “connettersi con se stessi”. Un amico va in bicicletta su sentieri esposti dell’Himalaia per vivere il rischio di cadere per centinaia di metri al minimo sbaglio... Molti altri semplicemente guidano veloci l’automobile per “sentirsi vivi”. Vero e` che la nostra societa` ci innonda con stimoli, un bombardamento costante su cosa dobbiamo temere (la crisi finanziaria e le guerre...), cosa dobbiamo avere (nuovi giocattoli, case, automobili, un partner attraente...), come dobbiamo apparire (scaltri, giovani, sani, ricchi...). Cosi`, per poter connetterci con noi stessi abbiamo due scelte:

  1. incrementare i segnali che procuriamo al nostro cervello: azioni eccitanti, pericolose, rumorose.
  2. ridurre i segnali: capire che gli stimoli provenienti dalla societa` sono principalmente immondizia, silenziare il bombardamento sociale, smetter di credere che tutto cio` che conta e` quella piccola variazione di un’indice di borsa e smettere di eccitarci per quella nuova automobile o di diventare invidiosi della nuova grande casa del nostro vicino.

Vi lascio concludere da voi quale sia la scelta sana.